UNA ESCURSIONE TRA STORIA E RELIGIOSITA’
Uscendo dal versante nord dell’abitato di Allumiere si imbocca una tortuosa strada che, fiancheggiata in tutto il suo percorso da un fitta boscaglia, conduce al pittoresco Borgo della Farnesiana. Percorendola, subito dopo aver costeggiato il piccolo cimitero di Allumiere, si incontra sulla destra una deviazione all’inizio della quale è posta una croce su un basamento trapezoidale. Procedendo su questa deviazione, un poco più avanti si arriva all’antichissimo Romitorio della S.S.Trinità, magnificamente restaurato in occasione del Giubileo del 2000 anche recuperando gran parte del materiale superstite dell’antica costruzione scampato a secoli di ruberie e vandalismi.
Il luogo è inserito in un ambiente naturale particolarmente gradevole e caratterizzato da una notevole abbondanza di acque sorgive che l’Imperatore Traiano all’inizio del II sec.d.C. seppe utilizzare per alimentare il nascente porto di Centumcellae e la stessa città. Impresa che molti secoli più tardi (anni 1692-1702) fu ripetuta con analogo successo dai papi Innocenzo XII e Clemente XI.
L'EREMO L’attuale struttura del Romitorio ricalca sostanzialmente quella originaria medievale ed è costituita da due piccole chiese; quella della SS. Trinità e del Soccorso affiancate e collegate fra loro da una porticina (°) ed un campanile a vela che ha sostituito in parte quello quadrato che compare in una stampa del XVI sec.. Il tutto è completato da alcuni edifici d’uso collettivo edificati in pratica ex novo sulle tracce delle loro antiche fondamenta. La sua originaria costruzione sembra risalire al periodo nel quale, stando a quanto scritto su una lapide (°°) ed in alcuni documenti del 1243 custoditi in una biblioteca di Praga, il neo convertito Agostino avrebbe dimorato per qualche tempo prima di imbarcarsi per l’Africa (387-388 d.C.). Una tradizione popolare vuole che durante la sua permanenza nell’eremo Agostino si sia dedicato alla scrittura dell’opera “De Trinitate” e nel contempo abbia dettato una “seconda Regola” ai Monaci/Eremiti che al momento si ispiravano al comportamento dell’anacoreta egiziano Antonio il Grande considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. Un impegno, quello di disquisire su un argomento tanto complesso, che la tradizione popolare ha puntualizzato con il prodigioso monito del misterioso fanciullo incontrato da Agostino sulla spiaggia detta di S. Agostino poco a nord di Civitavecchia (°°°). Le prime notizie documentate sull’esistenza del Romitorio risalgono alla Bolla di Innocenzo IV del 1256 ed in quella del 1656 con la quale il Papa Alessandro VII ne decretò la soppressione. Solo molto più tardi, al tempo dell’estrazione dell’Allume avviata nel 1460, il Romitorio sarà restaurato e riaperto al culto e poi definitivamente abbandonato nel 1918 forse a seguito della morte dell’ultimo degli eremiti che lo custodiva.
Superato questo straordinario luogo santo e procedendo verso il Borgo della Farnesiana si attraversa una zona chiamata “le trincere” non segnalata da alcun particolare cartello storico/turistico sebbene il luogo sia stata teatro di un tragico episodio della storia locale. In questo luogo infatti nei giorni 13 e 14 marzo del 1799 un pugno di abitanti di Tolfa e Allumiere che non avevano accettato la Repubblica Romana imposta da Napoleone tentarono eroicamente, anche se invano, di contrastare l’avanzata di uno dei tre contingenti francesi che al comando del gen. Francois Merlin, dopo aver conquistato Civitavecchia, risalivano dalla pianura costiera seguendo tre diverse direttrici (Santa Severa, Civitavecchia, Farnesiana) per occupare i due paesi che costituivano il cuore della rivolta.
“I ribelli avevano scavato trincere presso l’Eremo della SS.Trinità sopra una collina che sovrastava la strada e che ancora oggi si chiama appunto delle “trincere”. Là avevano abbattuto molti alberi e ne avevano disposto i tronchi sulla strada per ostacolare la marcia dei francesi e lungo le altre vie di un loro possibile transito” (°°°°)
Una lapide posta sul fianco esterno della Chiesa della Sughera a Tolfa ricorda la tragica conclusione della rivolta con la fucilazione di 200 cittadini (ribelli e non) sebbene avessero consegnato le armi come concordato con il Comandante francese in cambio della salvezza.Proseguendo ulteriormente si raggiunge il Borgo della Farnesiana edificato per volere del papa Paolo III a partire dal 1530 per disporre di strutture per i minatori che lavoravano nelle cave di allunite.
A tal fine fu organizzata una azienda agricola, costruite abitazioni e un mulino alimentato dal torrente Campaccio, un forno ed una chiesuola affidata a sacerdoti provenienti dalla chiesa del Gesù di Roma . Soltanto nel 1836, con il passaggio del borgo della Farnesiana al Monte di Pietà di Roma fu edificata su progetto dell’architetto Palazzi una chiesa più grande in stile neogotico dedicata all’Immacolata Concezione. Negli anni 20 del 1900 non distante dal borgo fu costruita la stazione ferroviaria di Allumiere della nuova tratta Civitavecchia –Orte (in disuso dal 1961 a seguito di una frana).
Attualmente il Borgo, in parte restaurato, gestisce una tenuta agricolo/biologica di circa 400 he aperta al turismo che può contare su un agriturismo ben organizzato da cui partono escursioni guidate sul vicino sito archeologico dell’antica Cencelle/Leopoli edificata da papa Leone IV nell’ 854 per accogliervi i profughi di Centumcellae distrutta dai pirati Saraceni.
In definitiva un insieme di luoghi che meritano di essere visitati ! CENCELLE/LEOPOLI
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NOTE
Fra le due chiese esiste un dislivello di circa 50 cm. Il motivo della loro costruzione in tempi diversi deriva presumibilmente dalla lunga disputa tra le diocesi di Corneto e di Sutri che vantavano entrambe la Giurisdizione sull’Eremo con annessi privilegi, proprietà e diritti.
(°°) Rinvenuta in tempi recenti nel deposito dei marmi attiguo alla cattedrale di Civitavecchia dove erano custoditi fin dal loro recupero tra le macerie delle chiese di Civitavecchia distrutte di bombardamenti del 1943
(°°°) non è possibile riempire una buchetta con tutto il mare ed altrettanto è arduo discernere sul concetto di Trinità.
(°°°°) da il “Racconto dei Tolfetani” di Ferdinando Bianchi, pag.377.
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1 gennaio 2021
Pierluigi Saladini